Kali filippino

Giorni: Mercoledì
Orari: 21:00 – 22:30

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Kali è una disciplina marziale nata nelle isole Filippine in tempi remotissimi. L’uomo bianco, e più precisamente gli spagnoli capeggiati da Ferdinando Magellano, conobbero a loro spese l’efficacia di questo metodo di combattimento. Lo stesso Magellano venne ucciso e l’invasione spagnola fermata dai guerrieri filippini, guidati dall’eroe dell’isola di Mactan Lapu Lapu.
Nelle zone a nord dell’arcipelago, conquistate dagli spagnoli, venne proibita qualsiasi forma di arte marziale e ovviamente l’uso di qualsiasi arma, ma la fantasia del popolo filippino trasformò il Kali in una danza folkloristica, con musiche ed eleganti movimenti ritmati nei quali si celavano e venivano insegnate le tecniche più efficaci.
Una caratteristica fondamentale di questa disciplina è l’enfasi che pone sul settore armato, sia nella filosofia che nella didattica.
Nella didattica quando si impara il maneggio di un’arma (in particolare del bastone) i principi appresi possono essere trasferiti a qualsiasi altra arma, oggetto ed addirittura al combattimento a mani nude.
La filosofia che sta alla base di questa scelta è che l’uomo armato è in vantaggio sull’uomo disarmato.
Questa disciplina è articolata in diversi settori o aree che sono legate intrinsecamente tra loro e che vanno coltivate tutte parallelamente, tra i principali citiamo:

Bastone singolo
Doppio bastone
Spada y daga
Mani nude contro bastone e coltello
Boxe filippina
Leve articolari
Sombrade
Esercizi di sensibilità


Tutte le aree vengono integrate in sequenze di movimenti preordinate o improvvisate, eseguite da solo o in coppia o in gruppo sempre fluidamente e con continuità di azione.
Gli esperti di questa disciplina sono in grado di passare senza preavviso da un esercizio ad un altro ed inserire colpi, leve, proiezioni e relative controtecniche liberamente, questo livello di allenamento richiede molta tecnica ed è la cosa più simile ad un combattimento senza fare un combattimento. In questo modo si riesce a riprodurre tutto quello che può capitare in un combattimento senza il rischio di farsi male.

Il kali è praticato dai reparti speciali della Polizia o dell’Esercito di molte nazioni perché esprime al meglio le potenzialità distruttive del combattimento totale.
Anche nel cinema si possono trovare riferimenti più o meno espliciti a questa disciplina, tra tutti citiamo il film the Bourne Ultimatum.
Infine tra i tanti benefici che porta la pratica di questa disciplina merita annoverare lo sviluppo della lateralità, dello schema incrociato, della percezione oculo-manuale, del senso ritmico, di una muscolatura pronta e scattante e della coordinazione motoria.

Durante le lezioni si studieranno anche principi di penkac silat, come aprofondimento al combattimento corpo a corpo in quanto la sua epressione è un ottima sintesi  delle tecniche di percussione di braccia e gambe, di proiezione, di leve articolari, di posizioni particolari del corpo che mirano a confondere e disorientare uno o più avversari, anche se armati.
Il Pencak Silat o solo Silat è il termine con cui vengono indicate le Arti Marziali Indonesiane e Malesi.
Nato per la sopravvivenza, il silat tradizionale conserva ancora oggi il sapore guerriero che fa di questa disciplina una delle più pericolose e micidiali.
Avvolta nella più assoluta segretezza, solo pochi possono accedere ai livelli profondi di quest’arte che rischia di scomparire perché non ha voluto cedere alle lusinghe dell’aspetto sportivo e quindi alla divulgazione di massa.
Il Silat propone una strada per l’evoluzione dell’uomo sia sul piano fisico che spirituale.




L’insegnante: Giorgio Porcile